A conclusione della settimana che vedeva la celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia, a Montefalco presso il Monastero Agostiniano di Santa Chiara della Croce, si è tenuta la cerimonia di premiazione del V Concorso Internazionale di Poesia Sacra ispirato al tema della Misericordia.
Il concorso, promosso dal Monastero delle suore agostiniane, che ha una cadenza biennale, è stato fondato da Luciano Lepri – che con Cristina Gasparri ha presieduto la giuria – e l’editore Jean Luc Bertoni. Hanno partecipato poeti provenienti da varie regioni italiane e dall’estero e gode del patrocinio del Comune di Montefalco.
Il primo premio è stato attribuito alla poetessa attrice Floriana la Rocca con la poesia “Mio Cristo imperatore”; il secondo premio ex aequo è andato a Bruno Mohorovich (“Perdono”) e a Annamaria Massari (“Perdono”); il terzo premio al pittore poeta Mauro Tippolotti (“Misericordia”). A seguire, nell’ordine sono stati attribuiti i riconoscimenti a Piera Andreano (“Misericordia, un volto”), Lolita Rinforzi (“Miserere”) ed a Maria Grazia Pontoni (“Io sono…nella sua parola”).
Nel corso della cerimonia che ha visto un notevole afflusso di pubblico, e la presenza del vice Sindaco di Montefalco e della Madre Superiora del convento, si è molto riflettuto sul concetto di Misericordia la quale non deve essere vista solo nell’accezione di clemenza, trattamento compassionevole, sentimento di profonda compassione, ma deve essere vista come un periodo di tempo durante il quale si possa esaminare la propria vita e riconoscere, cosa devono fare per cambiare. Oggi abbiamo costruito una società frenetica dove tutto si consuma e si brucia in un istante; tutti corriamo dietro al tempo senza serbare un po’ di tempo per noi. Quel tempo, che può anche essere un attimo, in cui dovremmo confrontarci con noi stessi nella misura in cui vorremmo rapportarci con gli altri e da questo confronto – che può non essere semplice ma impietoso nel suo divenire – trarre quell’energia che permetta il giusto approccio verso l’altro. Non solo aver dolore per le pene e le miserie degli altri, ma far si che queste miserie e pene siano esse di ordine morale o spirituale abbiano bisogno della nostra comprensione, del nostro perdono, e del nostro aiuto, che non dovrebbero mai essere negati.
Il Presidente della giuria, Luciano Lepri, nel suo intervento ha ricordato come non esita “misericordia senza perdono e perdono senza misericordia”, ed è questo lo spirito che si è levato dalle opere dei poeti premiati. Pur nella limitatezza della persona di raggiungere alte vette, è emersa in tutti la forza di rivolgersi all’Alto, riconoscendo ognuno nel suo genere e secondo la propria esperienza, quanto sia difficile il cammino della vita. Vivere è un allenamento continuo, ma è vivendo che noi impariamo a leggere il cuore umano e, questo hanno detto con i loro versi sentiti e partecipati i poeti, più semplice sarà se per primi noi impareremo a farlo con umiltà su di noi.
In questo senso, la poesia, come tutte le arti, è in grado di presentare il “bello estetico” nel difficile dialogo tra culture del mondo contemporaneo. Questa bellezza, se autentica, fa risplendere i valori morali, ridonando all’arte la sua liberalità e il suo ruolo umanizzante. L’arte si fa allora canto del creato che sospinge alla lode a Dio.
Bruno Mohorovich